Viene richiesto parere al Consiglio Nazionale sulle competenze professionali dei chimici e degli ingegneri chimici in tema di gestione dei laboratori chimici e attività di analisi chimica.


Sul tema si trasmettono in allegato i precedenti pareri CNI 02/05/2002 e 26/09/2003, per la ricostruzione della problematica, nonché le sentenze Cassazione civile n. 7023 del 07/07/1999 e Tar Campania n. 3417 del 17/07/2001, oltre al parere del Ministero della Giustizia 25/05/1987, tutti comunque rinvenibili sulla banca dati Internet del CNI.


Come si vede, quindi, l’assetto ordinamentale è nel senso che spetta ai chimici la firma sulle analisi chimiche e sulle relative perizie (v. anche art. 16 R.D. 842/1928, allegato).


Gli ingegneri chimici, invece, da parte loro possono senz’altro realizzare i progetti dei relativi impianti e collaborare con il chimico nell’attività, nelle fasi procedurali e procedimentali diverse da quella finale.


Sul delicato tema della gestione dei laboratori chimici si rileva, oltre all’accenno contenuto nella sentenza Tar Sicilia, Catania, n. 706/1996, quanto riportato nel citato parere del Ministero di Giustizia del 1987 :"deve affermarsi che il medesimo professionista (l’ingegnere) non può neanche assumere la direzione di un centro di analisi chimiche, dal momento che il responsabile dell’intera organizzazione e del funzionamento di un simile centro dovrebbe avere, in linea di principio, la competenza nello stesso settore dell’analista suo dipendente" (v. allegati).


Confidando di aver fornito un quadro dettagliato della questione, anche ai fini delle valutazioni di competenza e ricordando che per ogni ricerca è a disposizione la banca dati sul sito del CNI, si porgono distinti saluti.




Allegati:



1) parere CNI 02/05/2002 (dv07711);

2) parere CNI 26/09/2003 (dv08457);

3) Cassazione civile n. 7023/1999 (sz06314);

4) Tar Campania Napoli n. 3417/2001

5) Parere 25/05/1987 Ministero di Giustizia (dv00033);

6) R.D. 01/03/1928 n. 842 (lg00897);

7) Tar Sicilia Catania n. 706/1996 (sz04205).