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Rif. DV01548
Documento 17/05/1994 CIRCOLARE
Fonte MINISTERO DELL'AMBIENTE
Tipo Documento CIRCOLARE
Numero 38
Data 17/05/1994
Riferimento
Note (G.U. 02-06-94 N.227)
Allegati
Titolo SICUREZZA IMPIANTI - 'CIRCOLARE IN MERITO AI DEPOSITI ASSOGGETTATI AL DECRETO MINISTERIALE 20 MAGGIO 1991 SUI RISCHI DI INCIDENTI RILEVANTI CONNESSI CON DETERMINATE ATTIVITA''
Testo Con riferimento all'applicazione del decreto ministeriale 20 maggio 1991 ed alla circolare del Ministero dell'ambiente del 30 dicembre 1993. n. 0029/93/032/CCL, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 15 del 20 gennaio 1994, in merito ai depositi assoggettati al citato decreto ministeriale si specifica quanto segue.

1. ERRATA - CORRIGE.

Il titolo del punto 3 della circolare del Ministero dell'ambiente del 30 dicembre 1993, n. 0029/93/032/CCL, e' modificato come segue: "3. Depositi diversi assoggettati al decreto ministeriale 20 maggio 1991".

2. ESCLUSIONI.

La disciplina dei rischi di incidenti rilevanti non si applica al trasporto di sostanze e preparati pericolosi su strada, per ferrovia, per via fluviale o marittima o aerea.

3. DEPOSITI DIVERSI ASSOGGETTATI AGLI OBBLIGHI DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 17 MAGGIO 1988, N. 175.

Sono classificati come luoghi utilizzati per depositi diversi di sostanze e preparati pericolosi nella tipologia e nelle quantita' individuate dal decreto ministeriale 20 maggio 1991:

scali merci terminali di ferrovia;
porti marittimi;
porti fluviali;
interporti;
scali merci aeroportuali;
campi boe di travaso.

4. RESPONSABILITA.'

Il titolare degli adempimenti previsti dalla normativa vigente si deve identificare nel soggetto o che ha autorita' o che gestisce i luoghi e le aree definite al punto 3.

5. CONTENUTI DELLA NOTIFICA.

Ai fini della predisposizione dei contenuti della notifica relativa ai luoghi ed alle aree definite al punto 3 restano valide le modalita' stabilite dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 marzo 1989, secondo la linea guida di cui all'allegato I alla presente circolare.

L'analisi di cui all'allegato II al decreto del Presidente del Consiglio del Ministri 31 marzo 1989, potra' essere richiesta eventualmente in fase istruttoria o comunque sulla base di criteri di cui all'art. 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 175/1988.

6. CONTENUTI DELLA DICHIARAZIONE.

Ai fini della predisposizione dei contenuti della dichiarazione relativa ai luoghi ed alle aree definite al punto 3, in attesa delle modalita' stabilite dall'art. 13, comma 1, lettera B), del decreto del Presidente della Repubblica n. 175/1988, restano valide le modalita' stabilite dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31 marzo 1989, secondo la linea guida di cui all'allegato II della presente circolare.

L'analisi di cui all'allegato II al decreto del Presidente del consiglio dei Ministri 31 marzo 1989, potra' essere eventualmente richiesta con le modalita' di cui all'art. 13, comma I, lettera B), del decreto del Presidente della Repubblica n. 175/1988.



CONTENUTI DEL RAPPORTO DI SICUREZZA PER LE AREE, DI CUI AL PUNTO 3 DELLA CIRCOLARE, SOGGETTE AGLI OBBLIGHI DI NOTIFICA (ART. 4 DEL D.P.R. 175/88) / ALLEGATO 1 AL DPCM 31.3.89


PREMESSA

Il rapporto di sicurezza deve contenere tutte le informazioni relative alla configurazione dell'area in esame e alle procedure operative e gestionali, distinguendo quelle presenti da quelle di futura realizzazione. Tale situazione deve essere descritta dettagliatamente e la configurazione da considerare, ai fini della quantizzazione del rischio, puo' essere quella relativa al futuro assetto dell'area.


STRUTTURA DEL RAPPORTO DI SICUREZZA


1.A.1. DATI IDENTIFICATIVI ED UBICAZIONE


1.A.1.1. Dati generali
1.A.1.1.1. Ragione sociale

1.A.1.1.2. Denominazione Ubicazione
Coordinate geografiche
Direttori responsabili

1.A.1.1.4. Responsabile del rapporto di sicurezza
Nominativo
Quantificazione


1.A.1.2. Localizzazione ed identificazione del luoo/area utilizzato come deposito diverso


1.A.1.2.1. Corografia della zona
Mappa in scala 1:25000 o superiore
Raggio superiore ai 5 km.

1.A.1.2.1.1. Strutture civili
Abitazioni, ospedali, scuole, uffici, culto presenti nel raggio di 5 km

1.A.1.2.1.2. Strutture industriali
Identificazione maggiori industrie presenti nel raggio di 5 km e denominazione

1.A.1.2.1.3. infrastrutture
Strade principali, autostrade, linee e scali ferroviari, porti e aeroporti nel raggio di 5km

1.A.1.2.2. Posizione del luogo/area
Descrizione dettagliata del luogo/area su mappa in scala 1:2000 o superiore


1.B.1. ORGANIZZAZIONE

1.B.1.1. Struttura e sicurezza
Indicare su grafico la struttura organizzativa e l'entita' del personale presenti nell'area nonche' i requisiti di addestramento attuali e da sviluppare.

1.B.1.2. Descrizione delle attivita' di movimentazione e sosta delle sostanze pericolose

1.B.1.2.1. Indicazione delle sostanze comprese nell'all. II di cui al D.M. 20 maggio 91

1.B.1.2.4. Quantita' movimentate e stima delle quantita' presenti nell'area


1.C.1. SICUREZZA

1.C.1.1. Sanita' e sicurezza
Problemi particolari
Esperienza storica

1.C.1.3. Dati meteorologici e geofisici

1.C.1.3.1. Dati meteorologici
Velocita' / Direzione del vento
Condizioni di stabilita' del vento
Dati storici (5 anni)

1.C.1.3.2. Dati geofisici
Terremoti
Inondazioni
Trombe d'aria
Fulmini

1.C.1.5.1.2. Analisi di sicurezza

1.C.1.5.1.1. Identificazione degli eventi incidentali

1.C.1.6. Stima delle conseguenze degli eventi di incidente

1.C.1.8. Criteri progettuali e costruttivi adottati

1.C.1.7. Descrizione delle precauzioni assunte per prevenire gli incidenti


1.D.1. CONDIZIONI DI EMERGENZA E RELATIVI APPRONTAMENTI

1.D.1.1. Sostanze emesse
Indicare il tipo e lo stato fisico della sostanza/e emesse in caso di incidente ed eventuali prodotti di combustione.

1.D.1.3. Sistemi di contenimento
Specificare se vi sono o se e' necessario prevedere, specificandone il tipo, sistemi di contenimento per eventuali fuoriuscite di sostanze pericolose.

1.D.1.4. Manuale operativo
Indicare le procedure e le norme comportamentali durante la sosta o la movimentazione dei mezzi, in condizioni di emergenza.

1.D.1.5. Segnaletica di emergenza

1.D.1.8. Sistemi di prevenzione ed evacuazione in caso di incidente
Descrivere se sono presenti o se saranno adottati, specificandone il tipo, sistemi per l'allertamento e l'evacuazione.

1.D.1.9. Restrizione degli accessi
Descrivere se sono presenti o se saranno adottati, specificandone il tipo, dispositivi e procedure per impedire l'accesso al personale non addetto.

1.D.1.10. Misure contro l'incendio

1.D.1.10.1. Descrizione impianti

1.D.1.10.2. Descrivere, se presente o previsto il sistema di drenaggio per l'evacuazione dei prodotti liquidi di risulta.

1.D.1.10.3. Riserve idriche.

1.D.1.10.4. Certificato prevenzione incendi
ove previsto

1.D.1.11. Situazioni di emergenza e relativi piani
Nel caso in cui l'analisi delle conseguenze degli incidenti evidenzi effetti all'esterno dell'area interessata occorre fornire i seguenti elementi utili ai fini della predisposizione del piano di emergenza esterno:
- Eventi incidentali di riferimento
- Localizzazione evento previsto
- Quantita' di energia e di massa rilasciata
- Conseguenze al di fuori dell'area interessata
- Livello di probabilita' dell'evento incidentale
- Modalita' d'allarme.

1.D.1.11.2. Mezzi di comunicazione interni
Telefoni
Altoparlanti
Radiotelefoni

1.D.1.11.3. Presidi sanitari
Indicazione in mappa

1.D.1.11.4. Addestramento

1.D.1.11.5. Vie di fuga e uscite di emergenza
Indicazione su mappa

1.D.1.11.6. Piano Emergenza Interno
Citazione
Descrizione

1.D.1.11.7. Responsabile Piano Emergenza
Indicazione nominativi


1.F.1. MISURE ASSICURATIVE E DI GARANZIA PER I RISCHI, SE PREVISTE



CONTENUTI DELLO STUDIO DI SICUREZZA PER LE AREE, DI CUI AL PUNTO 3 DELLA CIRCOLARE, SOGGETTE AGLI OBBLIGHI DI DICHIARAZIONE (ART. 6 DEL D.P.R. 175/88) - ALLEGATO III AL DPCM 31.3.89


PREMESSA

Lo studio di sicurezza deve contenere tutte le informazioni relative alla configurazione dell'area in esame e alle procedure operative e gestionali, distinguendo quelle presenti da quelle di futura realizzazione. Tale situazione deve essere descritta dettagliatamente e la configurazione da considerare, ai fini della quantizzazione del rischio, puo' essere quella relativa al futuro assetto dell'area.


STUDIO DI SICUREZZA


1.1. DATI IDENTIFICATIVI ED UBICAZIONE

1.1.1 Dati generali

1.1.1.1. Ragione sociale

1.1.1.2. Denominazione Ubicazione
Coordinate geografiche
Direttori responsabili

1.1.1.3. responsabile del rapporto di sicurezza
Nominativo
Qualificazione

1.1.2. Localizzazione ed identificazione del luogo/area utilizzato come deposito diverso

1.1.2.1. Corografia della zona
Mappa in scala 1:25000 o superiore
Raggio superiore ai 5 km

1.1.2.2. Posizione del luogo/area
Descrizione dettagliata del luogo/area su mappa in scala 1:2000 o superiore


1.2 ORGANIZZAZIONE

1.2.1. Struttura organizzativa

1.2.2. Descrizione delle attivita' di movimentazione e sosta delle sostanze pericolose

1.2.2.1. indicazione delle sostanze comprese nell'All. II di cui al D.M. 20 maggio 91

1.2.2.4. Quantita' movimentate e stima delle quantita' presenti nell'area


1.3. SICUREZZA DELL'IMPIANTO

1.3.1. Sanita' e sicurezza
Problemi particolari
Esperienza storica

1.3.3. Dati meteorologici e geofisici

1.3.5.1.2. Analisi di sicurezza

1.3.5.1.1. Identificazione degli eventi incidentali

1.3.6. Stima delle consehuenze degli eventi di incidente

1.3.8. Criteri progettuali e costruttivi adottati

1.3.7. Descrizione delle precauzioni assunte per prevenire gli incidenti


1.4. CONDIZIONI DI EMERGENZA E RELATIVI APPRONTAMENTI

1.4.1. Sostanze emesse
Indicare il tipo e lo stato fisico della sostanza/e emesse in caso di incidente ed eventuali prodotti di combustione.

1.4.3. Sistemi di contenimento
Specificare se vi sono o se e' necessario prevedere, specificandone il tipo, sistemi di contenimento per eventuali fuoriuscite di sostanze pericolose.

1.4.4. Manuale operativo
Indicare le procedure e le norme comportamentali durante la sosta e la movimentazione dei mezzi, in condizioni di emergenza.

1.4.5. Segnaletica di emergenza

1.4.8. Sistemi di prevenzione ed evacuazione in caso di incidente
Descrivere se sono presenti o se saranno adottati, specificandone il tipo, sistemi per l'allertamento e l'evacuazione.

1.4.9. Restrizione dell'accesso all'area
Descrivere se sono presenti o se saranno adottati, specificandone il tipo, dispositivi e procedure per impedire l'accesso al personale non addetto.

1.4.10. Misure contro l'incendio

1.4.10.1. Descrizione impianti

1.4.10.2. Descrizione, se presente o previsto, del sistema di drenaggio per l'evacuazione dei prodotti liquidi di risulta.

1.4.10.3. Riserve idriche.

1.4.10.4. Certificato prevenzione incendi, ove previsto.

1.4.11. Situazioni di emergenza e relativi piani
Indicare quali sono gli eventi di riferimento, ai fini della gestione delle emergenze, la loro localizzazione e le eventuali conseguenze al di fuori dell'area.

1.4.11.2. Mezzi di comunicazione interni
Telefoni
Altoparlanti
Radiotelefoni

1.4.11.3. Presidi sanitari
Indicazione su mappa

1.4.11.4. Addestramento

1.4.11.5. Vie di fuga e uscite di emergenza

1.4.11.6. Piano Emergenza Interno
Citazione
Descrizione

1.4.11.7. Responsabile Piano Emergenza
Indicazioni nominativi


1.5. MISURE ASSICURATIVE E DI GARANZIA PER I RISCHI, SE PREVISTE


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