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"Basta usare l'Europa per promuovere riforme senza ascoltare le professioni". E' quanto afferma il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, esprimendo forte disappunto per le dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuliano Amato il quale, benché abbia affermato che per "chiudere" la vicenda degli Ordini professionali ci voglia una "legge equilibrata", ha usato espressioni quali "chiusure autarchiche" e "strozzature non compatibili con l'ordinamento comunitario", che sembrano denunciare una continuità di pensiero con i pronunciamenti di quand'era presidente dell'Antitrust e come Ministro del Tesoro. Un atteggiamento che ha raffreddato più volte il dialogo fra professionisti ed istituzioni. Il C.N.I., nel richiamare l'attenzione su quanto di positivo sia emerso al tavolo fra Governo e professioni nella precedente legislatura, non ravvisando i fondamenti di tali "strozzature non compatibili con l'ordinamento comunitario", invita il Presidente del Consiglio ad esplicitarne i contenuti; esorta inoltre il premier a non dimenticare i professionisti quando plaude allo strumento della concertazione, né quando parla dei programmi di potenziamento della formazione professionale.
Le professioni intellettuali - fra le quali l'ingegneria è quella maggiormente preposta alla salvaguardia di valori costituzionali quali il bene comune e la sicurezza - rappresentano i saperi forti della società post-industriale, sono forze sociali che traggono validità e legittimazione nello svolgere ruoli connessi ad interessi collettivi e proprio come tali sono le prime a volere una riforma che permetta di essere concorrenziali in Europa e nel mercato globale, fermo restando la vigilanza sulla deontologia a tutela del cittadino e della democrazia.
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